Senza organizzazione si rischia di procastinare
Quando un coach professionista interviene nella vita di un imprenditore o di un lavoratore autonomo, la prima cosa che fa è studiare l’organizzazione degli impegni e dei tempi lavorativi perché, spesso, ciò che gli impedisce di ottenere i risultati a cui aspira è la tendenza a procrastinare, ovvero, il rimandare intenzionalmente le attività che dovrebbero essere eseguite. In quest’articolo cercheremo di fare chiarezza su ciò che sta alla base di questa cattiva abitudine e di dare qualche consiglio utile a liberarsene.
L’abitudine di procrastinare può portare a conseguenze negative, come la perdita del lavoro, il deterioramento delle relazioni o la mancanza di risultati scolastici e lavorativi soddisfacenti. Anche le persone super intelligenti e preparate possono diventare vittime della procrastinazione perché, come la maggior parte delle abitudini, non ci si rende conto di averla acquisita. È l’inconscio a governarla.
Quando alla base della procrastinazione c’è una mancanza di organizzazione, la soluzione è piuttosto semplice e alla portata di chiunque.
Si comincia sempre con una migliore gestione del tempo, ecco alcuni consigli:
Una buona pianificazione delle proprie giornate come pure un piano a lungo termine permettono di distinguere le opportunità utili da quelle inutili, consentendo di investire il proprio tempo nelle attività più importanti. Questo non significa trascurare i lavori “meno importanti” ma semplicemente dare il giusto peso, la giusta importanza a quei progetti lavorativi più significativi.
Se tendiamo a procrastinare un’attività in particolare, trovare la causa di ciò che ci spinge a farlo è in genere abbastanza semplice; quel compito o non ci piace proprio o non ci riesce bene e rimandarlo ci permette di spostare un po’ più in là il momento in cui saremo costretti ad affrontare le emozioni negative ad esso correlate.
Vediamo entrambi gli aspetti:
Se l’attività che continuiamo a procrastinare non ci piace, rimandarla ci porterà inevitabilmente a occuparcene in un momento in cui le nostre energie saranno esaurite e quel compito diventerà la scalata del monte Everest. La cosa migliore è, quindi, occuparcene nel momento della giornata in cui ci sentiamo più attivi e provare a usare la regola dei 5 secondi di Mel Robbins (coach e autrice pluripremiata); prepara tutto ciò che ti serve per svolgere l’odiato compito e quando hai tutto a portata di mano fai partire il countdown nella tua mente. Arrivato a zero, inizia a qualsiasi costo.
Se l’attività che continuiamo a rimandare non ci riesce bene, potrebbe trattarsi di mancanza di competenza in quel campo specifico, pertanto, per svolgerla al meglio è sufficiente acquisire le competenze necessarie attraverso un corso oppure studiando per conto proprio. D’altro canto, potrebbe trattarsi di mania di perfezionismo: chi pensa di non essere in grado di eseguire un lavoro o un compito alla perfezione, spesso si racconta di non essere abbastanza pronto/a e di dover acquisire nuove capacità, conoscenze o competenze prima di mettersi all’opera.
Tutte scuse per procrastinare. Il perfezionismo, come la paura del successo, può derivare dalla poca autostima, oppure, dalla paura del giudizio. Lavorando su queste due tematiche si risolve anche il problema della procrastinazione.
Quando la tendenza a procrastinare coinvolge diverse aree della nostra vita significa che non è un problema di gestione del tempo, bensì di gestione delle emozioni. Un tema ampio e difficile da trattare in poche righe.
Un aiuto può venire se si accetta il fatto che un po’ di fatica è necessaria per produrre risultati soddisfacenti e che le attività che non amiamo non spariranno da sole continuando a rimandarle.