Il Liberty
Lo stile liberty e Varese vissero uno dei connubi più straordinari tra arte, urbanistica ed eleganza. Ovunque nella città giardino sono presenti richiami allo stile che contraddistinse l’Italia nei primi anni del 900. Motivi floreali utilizzati come veri e propri elementi di arredo e strutturali, pitture raffinate che adornavano pareti di ingresso e facciate: il liberty fu una magia per Varese e non solo. La provincia stessa, ancora oggi, è testimone di diverse realizzazioni dell’epoca. Divenuti monumenti storici e luoghi di visita di molti turisti, grazie al lavoro capillare di associazioni culturali instancabili come “La Varese Nascosta” e il FAI.
Ma come nasce e si sviluppa uno stile che fu considerato quasi una rivoluzione?
Iniziamo questo viaggio partendo dagli artefici di questa meraviglia e chi se non Giuseppe Sommaruga poteva rappresentare l’emblema di questo stile multiforme?
Egli fu artefice di alcuni dei più rinomati complessi alberghieri come il Colle Campigli e del Campo dei Fiori, per l’epoca caratterizzati da un lusso elegante e raffinato, dotati di ogni comfort moderno e luoghi dove la nobiltà e l’alta borghesia potevano trovare riposo e trascorrere periodi di vacanza. Va ricordato che Varese fu, nei primi del 900, una tra le mete predilette del turismo e questo pose l’attenzione sul ricreare una città bella, elegante ed accogliente.
L’industria vacanziera era agli albori e i gli artefici di progetti così importanti e innovativi furono veri e propri pionieri. Per questo motivo il Liberty, il cui nome deriva da Arthur Liberty, proprietario di un’impresa di arredamento di Londra, metropoli culla del movimento stesso, prese così tanto piede e fu elemento caratterizzante di ville e strutture ricettive.
Una sorta di biglietto da visita che invitava gli avventuri all’accoglienza e all’ozio placido e rilassato, di oraziana ispirazione. Difatti non era cosa insolita che i vacanzieri si portassero a seguito precettori e segretari in modo da non distogliere troppo l’attenzione da quelle che erano le incombenze.
Ulisse Stacchini, vincitore del concorso per il progetto della Stazione di Milano, lavorò alla villa padronale della famiglia Magnani, proprietaria della Birreria Poretti: una dimora tuttora visibile come gli alberghi sopracitati. La stessa fabbrica presenta e richiama elementi tipici dello stile floreale. Come se casa e “bottega” dovessero presentare un unicum armonioso e innovativo.
La Natura è rappresentata immersa in un paesaggio verdeggiante e placido, moderno senza essere predominante, armonioso, equilibrato e delicato. Lo stile liberty era rinomato per i richiami a una realtà suggestiva e quasi incantata, persa in simbolismi di ispirazione mitologica e narrativa. Elementi decorativi come il ferro battuto furono progettati al pari di rami ricchi di fronde che si raccoglievano in sinuose danze delicate. Grazie all’estro del maestro Alessandro Mazzucotelli, è possibile ammirare balaustre che sembrano veri e propri alberi. Un bellissimo esempio fu la scalinata del Grand Hotel Campo dei Fiori, gigante abbandonato ma testimone della grandezza della Belle Époque. Quando Varese era meta vacanziera di una classe sociale privilegiata e benestante che voleva rilassarsi e ammirare le meraviglie di un paesaggio unico e straordinario.
Moltissime palazzine furono decorate e ornate da Silvio Gambini, Carlo Moroni e Filippo Tenconi e ancora oggi è possibile ammirarle, non solo ai piedi del Sacro Monte ma anche in città come Gallarate e Busto Arsizio. Raccontare di quest’epoca e del suo splendore è come fare un viaggio dolceamaro dove i particolari sono moltissimi e si rischia di creare un semplice elenco di luoghi, artisti e peculiarità.
Varese e il Liberty, agli occhi di chi vive e ama la città, sono praticamente una cosa sola. L’una non sarebbe tanto bella senza l’altra e l’uno non avrebbe trovato espressione migliore se non in un luogo così tanto particolare e suggestivo. Respirare bellezza e meraviglia ad ogni sguardo; dai palazzi al lago.
Questa è la Città Giardino e questo lo stile floreale che rese unici palazzi, parchi e ogni tipo di costruzione: perfetti e immutabili simboli di equilibrio tra modernità e natura. Perfetta unione di qualcosa mai pensato finora. Coraggioso e straordinario, bello ed emblematico. Unico e mai uguale a nessun altro stile.